“NESSUN PERDUTO AMORE”, un progetto editoriale nato per ricordare il cantante Ian Curtis

Quest’anno la data del 18 maggio 2020 coincide con il quarantesimo anniversario della morte di Ian Curtis, cantante del mitico gruppo inglese post-punk Joy Division. Per ricordare Ian Curtis è nato il progetto “NESSUN PERDUTO AMORE”: un libro e un cd frutto del contributo di una quarantina di musicisti, scrittori, poeti e critici musicali. Curatore dell’iniziativa è il poeta e giornalista musicale Roberto Molle che ha coinvolto un po’ da tutta Italia gli autori. Dalla Sardegna alla Puglia, dall’Emilia Romagna alla Toscana, dal Sud-Tirolo alla Campania, un tam tam emozionale fatto di parole e suoni originali ispirati dalla musica dei Joy Division e dai testi visionari di Ian Curtis. Solo due splendidi album – UNKNOWN PLEASURES e CLOSER – più alcuni singoli, di cui alcuni leggendari: Komakino, Transmission, Atmosphere e Love will tear us apart (chi non l’ha ascoltata almeno una volta nella vita, anche solo attraverso una cover dei Cure, di Thom Yorke, dei Passenger o quella discutibile di Paul Young?), tanto è bastato per far entrare nel mito i Joy Division. La voce cavernosa e ipnotica, le liriche ricercate e profonde, l’insolita danza sul palco immortalata nei rari video esistenti, rimandano di Ian Curtis un’icona sciamanica che ha influenzato tantissimi cantanti (da Robert Smith dei Cure, a Trent Reznor dei NIN, passando per Kurt Cobain dei Nirvana, Moby, e su tutti Tom Smith degli Editors e Paul Banks degli Interpol) e a cui sono stati dedicate canzoni (come il commosso omaggio “A Day Without Me” degli U2), film (“Control” di Anton Corbijn e “24 Hour Party People” di Michael Winterbottom), pièce teatrali, graphic novel. Purtroppo Ian, pochi giorni dopo aver registrato la canzone “Twenty for hours” durante la session di CLOSER, ha trovato il suo destino. Era il 18 maggio 1980 quando decise di porre fine alla sua esistenza, impiccandosi nel suo appartamento all’età di 23 anni. La sua morte, come spesso accade in casi del genere, è avvolta nel mistero: i più materialisti sostengono che il gesto estremo sia stato provocato da un conflitto amoroso, altri appoggiano una tesi più affascinante, secondo la quale la decisione di suicidarsi sarebbe stata dettata da un profondo momento di crisi esistenziale.

Il progetto “NESSUN PERDUTO AMORE” rappresenta idealmente il terzo capitolo di “Una trilogia per la vita”, gli altri due sono stati dedicati con le stesse modalità rispettivamente al pacifista alto-atesino Alexander Langer (Come le maree, 2018) e al musicista inglese Nick Drake (Il delicato mondo di Nick Drake, 2109). Alex, Nick e Ian a un certo punto hanno deciso di togliersi la vita e, per quanto ci si possa arrovellare a capirne le motivazioni, dovrebbe bastar sapere che andandosene hanno lasciato un patrimonio immenso fatto di memoria pulsante, di musica senza tempo e di messaggi universali a cui poter attingere, paradossalmente, nei momenti più bui per tornare alla vita. Al progetto partecipano anche alcuni autori sardi: Daniela Rozzo da Sassari e Giovanni Salis da Ploaghe con le poesie “Notte dell’anima” e “Il bisogno”, il gruppo post-punk degli Zoom nato nel 2014 dall’unione di Gianfranco Mura (voce-chitarra), Sara Pirisino (basso), Giovanni Borrielli (batteria) con la canzone “L’ombra di un uomo”.

Per info: email robertomolle@tim.it cellulare 3356061231

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